Bottiglie d’acqua usa e getta in plastica in escursione?

Appartengo a quella generazione che negli anni ’70 ha cominciato a vedere scomparire le bottiglie di vetro in cambio di bottiglie di plastica. E, quindi, per un certo periodo della mia vita ho trovato quasi naturale che quell’elemento fosse quello “giusto” per contenere liquidi e che fosse pratico, sicuro (non si spacca in mille schegge quando cade) e leggero. Nel mondo di allora, anche lo smaltimento era “leggero”. Una buca e via, tutto insieme e aspettiamo che si decompongano.

Quel mondo però sta esplodendo e abbiamo cominciato a chiederci, da parecchi anni e senza avere ancora oggi soluzioni, come gestire tutto quel volume di plastica che resta quando abbiamo consumato quello che vi era contenuto.

Ci sono video su YouTube che raccontano quella nascita del consumo delle bottiglie d’acqua usa e getta in plastica, del business che lo sospinge, del consumo di risorse naturali (per ottenere una bottiglia da 1 litro occorrono 3 litri d’acqua e un quartino di petrolio) e dell’inquinamento che ne deriva dalla loro distribuzione e produzione. E di come , soprattutto, queste finiscano nei mari (formando vere e proprie isole come la Great Pacific Garbage Patch ), nelle discariche e in luoghi a volte remoti (aggiungendo altro inquinamento per compattazione e trasporto) dove sono riciclate solo in piccola parte (più che di recycling bisognerebbe parlare di downcycling, cioè ovvero la loro trasformazione in prodotti o oggetti di qualità inferiore).

Non dovrebbe essere quindi necessario spiegare perchè evitarne l’utilizzo o del perchè limitarlo a casi eccezionali, eppure quando chiedo ai partecipanti delle escursioni perchè usano la bottiglietta d’acqua presa al supermercato o al bar spesso vedo stringersi soppracciglia ad indicare che non hanno ben compreso la domanda e che per loro non c’è niente di più scontato che portarsela in escursione nello zaino.

Qualcuno, con un senso ambientalista un pochino più marcato, mi risponde che comunque riutilizza a lungo le stesse bottiglie di plastica. Al di là del fatto che questo non risolve radicalmente il problema voglio far notare che ci sono state, e continuano ad esserci, discussioni sull’integrità igenica delle bottiglie di plastica in caso di riuso.

Ci sono, infatti, vari tipi di plastica. Le bottiglie d’acqua tradizionali che troviamo nei supermercati sono in PET (Polietilene tereftalato). A volte è scritto per esteso; a volte, in basso vicino alla base è presente un simbolo con 3 frecce a forma di triangolo al cui interno è posto un numero che indica il “tipo” di plastica. Ebbene, “1“, indica il PET.

Quello su cui tutti gli esperti del settore concordano è che le bottiglie in PET siano prodotte e commercializzate per essere utilizzate un’unica volta e che, dopo svariati cicli di utilizzo (a cui si possono sommare tagli, rotture, graffi e variazioni rilevanti di temperatura che alterano la bottiglia rispetto al suo stato originale), potrebbero perdere le caratteristiche sia tecnologiche sia chimiche, e quindi, non essere più idonee a entrare in contatto con gli alimenti. Da qui in poi, sullo stabilire cosa può succedere di conseguenza, le opinioni divergono e comincia il puro terrorismo psicologico, con minacce di “possibili” rilasci di BPA (bisfenolo A che può causare disturbi al funzionamento del nostro sistema ormonale), acetaldeide e antimonio e di contaminazioni microbiche nei liquidi contenuti.

Sono considerazioni che lascio agli esperti e su cui non sono in grado di dare un’opinione. Però sicuramente preferisco e consiglio di adottare contenitori riutilizzabili, esplicitamente prodotti per essere utilizzati più volte come, ad esempio, le bottiglie in nalgene (si pronuncia “nal-gin” e non “nal-ghene” come ho sentito dire da qualche negoziante).

In Italia non sono molto conosciute ma negli States, dove le producono, sono diffusissime tra i trekker a quanto pare. Sono prodotte in una plastica LDPE ( low-density polyethylene) molto resistente che non si rompe o deforma in nessun tipo di situazione che si possa normalmente verificare durante un’escursione. Sono certificate BPA-free e possono contenere liquidi freddi e caldi e, per esperienza personale, sono leggere, facili da pulire e non trattengono o producono  odori.

E quando l’escursione presenta poche difficoltà utilizzo invece una bottiglia leggera del buon, vecchio, caro vetro come quelle che si trovano da Ikea a meno di un euro.Nessuna alterzione dell’acqua. Di contro è che, ovviamente, si possono rompere e l’ingombro è leggermente (ma di poco) superiore a quello della bottiglia di Nalgene descritta sopra.

Riempiendo, in tutti i casi, con l'”acqua del sindaco.

Agostino Anfossi

Agostino Anfossi

"Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli". (Kahlil Gibran)

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