Partiremo camminando attorno ad una solfatara posta in enorme catino di 400 metri di diametro che emana esalazioni di anidride carbonica ed altri gas ad una temperatura di circa 20° centigradi da piccoli pertugi. E’ quello che resta dell’attività tardiva di un cratere del sistema vulcanico Sabatino in cui l’incontro con l’acqua dà origine a dei suggestivi ribollimenti di qualche decina di centimetri di altezza che hanno ispirato i locali nell’attribuzione del toponomino del luogo, la Caldara, che si trova, non a caso, proprio a Manziana, area consacrata dagli Etruschi al dio dell’oltretomba Manth (in latino Mantus).
Dopo aver costeggiato un fossato di acqua sulfurea all’interno di un fitto bosco di betulle bianche, specie che troviamo altrove in Italia solo sul nostro arco alpino e prealpino, ci dirigeremo verso un’antica via ed alcune tombe etrusche fino ad incrociare lo scorrere del torrente che, poco più a sud, dà origine alla Cascata di Castel Giuliano. Risalendo il suo corso, incontreremo due salti d’acqua, poco conosciuti e frequentati, che, inframezzati da cascatelle di acqua ferruginosa, riempiono la forra col loro fragore.
Qualche semplice guado e una vegetazione in alcuni tratti esuberante regaleranno un piccolo tocco di avventura a questa escursione.