Palestrina, l’antica Praeneste, era un tempo una città molto fiorente potendo controllare la Valle del Sacco, punto nodale per le comunicazioni tra l’Etruria e la Campania, regione nella quale gli etruschi avevano ricchi insediamenti, e tra Tivoli ed Anzio e collegata a Roma tramite la Via Prenestina, che proprio da lei prese il nome.
Le ricche famiglie prenestine che avevano fatto fortuna nell’Oriente Mediterraneo costruirono il monumentale Santuario della Fortuna Prigenia che, ancora oggi, grazie ad una serie di cause fortuite, possiamo in buona parte ammirare sulla parete meridionale del Monte Ginestro.
Risalendo e costeggiando ciò che resta delle sue mura ciclopiche, giungeremo sulla sua sommità dove un tempo aveva sede la sua acropoli e adesso campeggia il delizioso borgo di Castel San Pietro Romano con le sue stradine e costruzioni in pietra che hanno fatto da quinta a tanti film come Pane, amore e fantasia con De Sica e Lollobrigida , I due marescialli con Totò e De Sica e Il Federale con Ugo Tognazzi.
Dal piccolo parco posto sul suo punto più alto si ha una visuale veramente ampia che spazia dai Monti Lepini, ai Colli Albani, Monti Prenestini e Simbruini.
Da lì scenderemo nella Valle delle Cannucceta, un’area naturale protetta dichiarata Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 1995 e in cui sono presenti le sorgenti dell’acquedotto romano delle Cannucceta che ha rifornito la città di Praeneste dall’antichità fino agli anni Settanta del secolo scorso.
Ritorneremo verso Palestrina concatenando la serie di anelli per scoprire altri interessanti angoli e passare per punti che ci ricordano celebrità del passato che qui hanno vissuto come il famoso Giovanni Pierluigi da Palestrina.