Il Salto, vista la sua linea costiera così frastagliata, più che un lago sembra un enorme fiordo e per poterlo vedere per intero bisogna salire in alto. Non basta ascendere il Monte Navegna perchè tutta la sua parte settentrionale rimarrebbe comunque nascosta ai nostri occhi inclusa la diga che fu eretta nel 1940 per permettere la sommersione di una profonda valle nel Cicolano.
Per poter ammirare il lago artificiale più grande del Lazio occorre conquistare la cresta del Monte La Serra passando in boschi cedui di querce, carpino nero e castagno che sempre più in alto diventano pini lasciando spazio, in cresta in primavera, a distese di narciso.
E una volta giunti lì, oltre allo specchio del lago, è incredibile la quantità di cime laziali ed abruzzesi che si possono ammirare in condizioni di cielo limpido con il Gran Sasso e il Velino che spiccano e che si possono osservare insieme in un solo sguardo.
Santa Filippa, dopo aver incontrato San Francesco d’Assisi nel primo terzo del 1200, decise di stabilirsi ai piedi di questa montagna, in solitudine e contemplazione all’interno di una grotta (che raggiungeremo nel nostro percorso) rinunciando agli agi e fasti che la sua famiglia di appartenenza, i conti Mareri, le avrebbero consentito. Anni dopo fondò un monastero proprio nella valle che sarebbe stata fatta invadere secoli dopo dall’acqua e i cui resti spesso si scorgono d’estate quando il livello del lago scende.