Arroccata su uno sperone tufaceo triangolare, Barbarano Romano domina sulla profonda incisione operata in tempi remoti dal Biedano. In zona rimangono segni evidenti della presenza degli etruschi che, poco più in là, verso est, hanno costruito la necropoli di San Giuliano. Hanno anche lasciato qui delle meravigliose “tagliate”, vie profonde scavate nel tufo, che collegano il fondo valle con gli altipiani.
Troviamo anche segni dei Romani che fecero passare la Via Clodia in alto, parallelamente al corso del fiume, per poi scendere sul suo greto e attraversarlo con lo stupendo Ponte del Diavolo e risalire verso Blera.
In tempi molto più recenti (fino ai primi decenni dello scorso secolo) il vallone che esploreremo ospitava quattro mulini che sfruttavano la forza motrice dell’acqua del Biedano per macinare il frumento. Piccoli campi (detti “canapine”) erano destinati alla coltivazione della canapa con cui si poteva ottenere tessuti e corde. Oggi la natura ha fatto il suo corso donandoci un ambiente in qualche modo selvaggio con una vegetazione che, favorita dal particolare clima della forra, è letteralmente esplosa andando a riappropriarsi di quegli spazi.
Il percorso segue a grandi linee l’itinerario 109 del libro Lazio a piedi (Iter Edizioni, 2020) di cui la Guida è co-autore.