Vitorchiano è un antico borgo della Tuscia aggrappato ad una vertiginosa rupe che ha ospitato tante scene del leggendario film del 1966 diretto da Monicelli con protagonista uno straordinario Vittorio Gassman nelle vesti di Brancaleone.
E’ anche però al centro di un’area abitata da tempo immemore, a partire dall’Età del Bronzo, quando, grazie alla sua particolare conformazione geofisica, con le sue balze, forre, dirupi e torrenti che l’attraversavano, i nostri antenati poterono agevolmente vivere, difendersi, costruire abitazioni, disporre di risorse idriche e procurarsi facilmente del cibo.
Troviamo ancora oggi, scavate dall’uomo primitivo nelle sue rocce magmatiche, case ipogee che vennero poi adattate e sfruttate da etruschi, romani e dalla popolazione in epoca medievale quando, a Corviano, fu costruito persino un castello.
In epoche più recenti e fino a non molti decenni orsono, varie famiglie di contadini e di pastori hanno continuato a trovare rifugio stabile nelle antiche grotte ed hanno macinato il poco grano, ricavabile dai loro pietrosi campicelli limitrofi, presso un mulino, attualmente diruto, azionato da una piccola cascata di uno dei fossi locali.
E poi ancora la sua roccia, il peperino, una pietra vulcanica simile a quella delle cave di Rapa Nui, usata dagli abitanti dell’Isola di Pasqua per costruire i loro Moai. Perchè ve ne parliamo? E’ la piccola sorpresa finale di questo viaggio nel tempo.