I boschi di Bomarzo ospitano innumerevoli tesori naturalistici ed archeologici le cui sorti si intrecciano da tanti secoli, a volte millenni. Di alcuni sappiamo tutto o quasi e di altri possiamo solo fare supposizioni.
Una tagliata etrusca, una via letteralmente scavata nella roccia, ci introdurrà nel fitto della vegetazione dove, all’improvviso, comparirà un immenso blocco di peperino che qualcuno, forse persino prima della antica popolazione dell’Etruria, ha lavorato per ricavare una enorme piramide tronca. Non si conosce esattamente la sua funzione originaria ma in molti ritengono fosse un monumento religioso, chiamato dai locali il “Sasso del predicatore”, dove probabilmente si effettuavano sacrifici rituali animali o persino umani. Completamente celato da rovi e tronchi, è stato ripulito e riportato alla luce solo pochi anni fà da Salvatore Fosci, proprietario di un terreno agricolo nei suoi pressi, ed è ora fruibile per gli escursionisti.
Camminando su sentieri, a volte un pò impervi, giungeremo ad una necropoli immersa nel fitto bosco dove numerose tombe antropomorfe furono ricavate direttamente nella roccia vicino ad una diruta chiesa absidata protocristiana dedicata probabilmente a Santa Cecilia.
Dopo essere saliti ed avvere ammirato dall’alto la vallata del Fosso Castello, ridiscenderemo fino al suo greto per scoprire il suo ponte romano e i suoi mulini medievali per la produzione di cereali e di olio che rimasero in funzione fino alla metà del secolo scorso.
Poco più a monte troveremo le cascatelle utilizzate intorno al 1960 durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e, infine, la Torre di Chia, che il regista, affascinato dalla selvaticità di quei paesaggi, volle possedere per poterci scrivere e dipingere.