Gli omini di pietra, in montagna, sono formati da massi, più o meno grandi, impilati uno sull’altro a formare delle colonne o piramidi. Sono utilizzati per indicare il percorso da seguire e per segnalare l’andamento del sentiero in passaggi non particolarmente evidenti, dove sarebbe possibile uscire dal tracciato.
Sul Monte Tancia, 1290 m, massima elevazione dei Monti Sabini, se ne trovano tantissimi, soprattutto lungo la parte meridionale della sua cresta, quando gli alberi si fanno radi, la natura carsica del suolo emerge prepotente alternata da estesi prati verdissimi e il panorama diventa magnifico su tantissime cime e catene: il Terminillo, il Gran Sasso, il Monte Nuria, il Monte Navegna e i Lucretili, il Monte Soratte ma anche il Velino e i Colli Albani quando l’aria è più tersa.
Ed erano omini, ma solo per età anagrafica, ragazzi dai 16 ai 22 anni, quelli che furono trucidati il 7 Aprile del 1944 da reparti nazisti e fascisti che avevano assaltato questa zona: il loro sacrificio consentì a molti altri partigiani di guadagnarsi la strada per salvarsi. A monito di esempio, i loro corpi dilaniati furono lasciati a lungo dagli occupanti su queste montagne prima di permettere di procedere alla sepoltura. Durante l’escursione, non mancheremo di ricordare questa triste pagina di Storia.