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Io e le mie five fingers

Premessa: sono un semplice fruitore delle Five Fingers e non ho alcun tipo di relazione con Vibram. Quello che scrivo sono semplicemente le mie considerazioni personali e esperienze che destano fuori tanta meraviglia per avere le dita separate ma che hanno una filosofia di camminata dentro. Non sono scarpe per tutti e ai tanti vantaggi si associano altrettanti svantaggi. In questo articolo provo a mettere in evidenza gli uni e gli altri.

Possiedo ben 5 paia di Five Fingers della Vibram. In realtà sono 6 ma l’ultimo acquisito è un modello “invernale” che devo ancora provare sul campo e di cui farò sicuramente una recensione appena messo a dovere sotto torchio. Il primo modello, il KSO (probabilmente anche le prime five fingers in assoluto di Vibram), lo comprai nel 2010, incuriosito dopo averle viste ai piedi di un ragazzo in spiaggia. Mi piaceva l’idea della sensazione di andare “come a piedi nudi” e della leggerezza che ispiravano; in quel periodo mi stavo anche preparando al mio primo Camino di Santiago e quelle caratteristiche mi sembravano molto importanti e un pò anche in linea con lo spirito del viaggio.

Brutte erano brutte e anche un pò vistose rispetto al mio modo di vestirmi ma le provai comunque a lungo. Le dita separate davano veramente quella sensazione di camminare a piedi nudi ed erano decisamente più morbide di un qualsiasi sandalo da trekking; anche la leggerezza era sicurmente una caratteristica che si apprezzava immediatamente. Le provai a lungo e alla fine decisi di non utilizzarle per percorrere tutto il Camino perchè lo strato di gomma, ovviamente Vibram, era troppo sottile per tutti quei chilometri (circa 30) ogni giorno; però le portai comunque con me come ciabatte da “descanso”, riposo, alla fine di ogni tappa. Beh, fu una scelta saggia perchè in effetti il piede riposava dopo tanta fatica e, inoltre, erano sempre il motivo scatenante di chiacchere con gli altri pellegrini dell’ostello.
Qualcuno le volle persino provare e alla fine mi disse che secondo lui non “vanno bene per arrampicare”. Vero, bastava che me lo chiedesse. Le FF (le abbreviamo così) seguono un concetto opposto rispetto a quello delle classiche scarpine da arrampicata; queste ultime tengono a chiudere, stringere le dita in modo da creare uno zoccolo per andare a sfruttare qualsiasi piccola asperità della parete mentre le FF, con le dita loro separate, tendono esattamente all’opposto e cioè ad allargare la pianta del piede dando maggiore stabilità nella camminata.

Tornato a casa, le utilizzai solo in casa e non feci più altre escursioni con le FF KSO che oltretutto avevano una suola troppo poco scolpita (praticamente liscia, da prato).

L’interesse per le FF rifiorì nel 2015 quando, cominciandomi a preparare per correre una maratona, lessi un libro illuminante: Born to Run, di Cristopher McDougall.
Ho intenzione di scrivere a breve una recensione di questa che è considerata un vera e propria bibbia per chi corre lunghe distanze (oltre la maratona) ma, per questo articolo, punto subito a quello che lessi e che mi fece riflettere.

Le nostre scarpe a partire dagli anni ’70 hanno sempre più allontanato l’essere umano da quello che è stato, per centinaia di migliaia di anni, il suo stile di camminare (e soprattutto correre) , quello a piedi nudi. Che non vuol dire necessariamente non adottare alcuna protezione per il piede ma utilizzare una calzatura quanto più coerente possibile a quello stile e che consenta di tenere ben aperte le dita e con una suola senza differenza di livello tra il calcagno e il mesopiede. Fateci caso: le scarpe da corsa o da trekking adesso tendono a chiudere le dita (che nelle donne creano spesso problemi di alluce valgo) e a tenere il calcagno più in alto aumentando probabilmente la sensazione di comfort e, così ci dicono, aggiungendo una sorta di cuscinetto che ci aiuta a sopportare meglio l’impatto del piede sul terreno. Il problema è che in realtà noi questo “cuscinetto” già l’abbiamo naturalmente ma non lo utilizziamo preferendo atterrare sempre di più (anche quando non necessario) sul tallone piuttosto che sull’avampiede dove madre natura ci ha messo a disposizione un arco costituito da tanti ossicini e nervature.

In questo le FF sono fantastiche e problematiche allo stosso tempo. Da una parte permettono al piede di utilizzare il metodo giusto evitando di atterrare sempre di tallone anche grazie alla migliore proprocezione che offrono rispetto a qualsiasi scarpa; dall’altra, però, senza la giusta gradualità e senza la coscienza di cosa si sta facendo possono essere fonte di distorsioni o peggio.

Quindi, attenzione ai facili entusiasmi. A volte tornare indietro troppo rapidamente dopo tanti anni in cui ci siamo disabituati può essere problematico e traumatico. Però sappiate che la nostra natura umana da lì è partita. Guardate i bambini di 5-6 anni: vorrebbero sempre stare a piedi nudi, no? E guardate come corrono… perfetti, con il piede che compie un bel cerchio e soprattutto che atterra in maniera naturale, quasi parallelo al terreno con un leggero anticipo sull’avampiede e non pesantemente sul tallone come facciamo noi dopo anni di scarpe “ammortizzate”.

Nel 2015, dicevamo, mi comprai il mio secondo modello, le Spyridon MR, decisamente con una bella suola tassellata perfetta per le corse su terreni (trail running) anche pesanti come quelli fangosi. Ricominciai ad utilizzarle per il trekking e procedendo con gradualità mi trovai sempre meglio al punto che, piano piano, cominciai a preferirle sempre di più alle tradizionali. Non solo ma ne comprai anche un secondo paio per le uscite “casual” di tutti i giorni.

All’inizio un pò mi vergognavo di andare in giro con le “scarpe di paperino”, come qualcuno mi disse, ma poi la sensazione di comfort che ne ricevevo prevalse e ad oggi uso FF anche per uscire con gli amici praticamente il 90% dei casi. Il restante 10% sono quei casi in cui fa veramente freddo oppure piove. Eh si, perchè uno dei difetti delle FF è che sono permeabili sia dalla parte superiore che tra le dita.

Il freddo si può invece in parte limitare con le loro calze (a cinque dita, ovviamente) di fantastica lana merino.

Uno dei difetti delle FF è che sono permeabili sia dalla parte superiore che tra le dita. Non sono scarpe che proteggono il malleolo e non sostengono il piede

L’altro “difettuccio”, in realtà fondamentale è che, come tutte le FF, non sono scarpe che proteggono il malleolo e non sostengono il piede. Quindi se pensate di avere una caviglia debole facilmente incline alle distorsioni queste scarpe non sono per voi a meno che non facciate delle passeggiate corte su terreni senza alcuna asperità e in quei casi, comunque, gradualità deve essere il vostro motto. Seguite le istruzioni che compaiono nella scatola delle vostre FF e partite utilizzandole a casa.

Spesso (diciamo sempre) le persone che le vedono la prima volta mi chiedono anche quante volte inciampo nei sassi o altri elementi e quanto mi faccio male visto che non esiste una sorta di punta rigida che protegga le dita. Domanda più che lecita. All’inizio capita spesso e quindi si ha la tendenza a guardare in basso mentre si cammina. Dopo un pò, però, si comincia a prendere confidenza col terreno aumentando gradualmente la propriocezione (il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista) e lo sguardo piano piano si innalza. La camminata si fa più leggera e quindi eventuali imprevisti contatti con gli elementi (sassi, radici, ..) diventano soffici urti. Durante questo paio di anni di utilizzo ho preso qualche botta ma sempre senza conseguenze. E’ comunque un elemento da tenere in considerazione.

L’altra domanda che mi fanno sempre è se i sassi o altri oggetti sotto la suola si “sentono” e se danno fastidio. Si, si sentono e inizialmente danno fastidio. Per me è il bello delle FF proprio perchè mi riavvicinano al concetto del barefoot, del camminare a piede nudo e sono elementi che aiutano a migliorare la nostra propriocezione, cosa che le pedule tradizionali, con suole sempre più alte che ci stanno invece allontanando dal terreno, facciamo fatica a “sentirlo” per poterlo interpretare. Al contrario con le FF noi “leggiamo” la conformazione del terreno e determiniamo quant’è duro, sassoso, morbido, viscido, friabile e adattiamo la nostra camminata e posizione in base a queste preziose informazioni.

Con le FF ci ri-avviciniamo alla camminata barefoot e “leggiamo” la conformazione del terreno determinando quant’è duro, sassoso, morbido, viscido, friabile e adattando la nostra camminata e posizione in base a queste preziose informazioni.

Subito dopo le Spyridon MR mi sono preso le Trek Ascent, morbidissime e con una suola più bassa. E una presa che la Vibram ha chiamato, a ragione, Megagrip. “Sentire” il terreno e avere una suola che ci si aggrappa, praticamente le mie preferite per trekking. Anche se non ci farei le arrampicate in falesia (ne ho già parlato prima), per dei facili passaggi in roccia ritengo non ci sia di meglio. E poi comode, in qualsiasi situazione.

Infine le V-Run, leggerissime, esclusivamente per la corsa su terreni non accidentati. Sfido chiunque a utilizzarle e a correre mettendo per terra il tallone prima dell’avampiede. Unico svantaggio, almeno nel mio caso, è che richiedono un lungo periodo di apprendistato in cui all’inizio bisogna correre non più di 1-2 km ogni sessione a meno che non si abbiano dei polpacci molto sviluppati e allenati. Fantastiche per il confort anche per facili camminate in strada d’estate.

Agostino Anfossi

Agostino Anfossi

"Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli". (Kahlil Gibran)

40 risposte

  1. Capisco il tuo “timore” dove nella società attuale tutto scorre estremamente veloce, dettato dalle leggi di mercato che creano fluttuazioni e flussi di mode e momenti. Proprio per questo che abbiamo bisogno di persone come te, che con competenze, giuste modalità espressive e descrittive, ma soprattutto con coraggio e audacia, riporti in luce e ri-faccia conoscere l’importanza del camminare a piedi nudi, senza nulla togliere alle FF e altre calzature simili. Il complesso piede-caviglia ricco di recettori sensoriali, importantissimo nelle dinamiche biomeccaniche-posturali, imprescindibile in quelle neurofisiologiche, fondamentale nella messa a terra dei campi elettromagnetici nei quali orami siamo immersi, cresce ancor piu valore se lo “interpretiamo” da un punto di vista energetico seguendo le leggi universali e quelle della medicina tradizionale cinese). Siamo CORPO, siamo CUORE, siamo ANIMA e SPIRITO tra TERRA e CIELO.

  2. Ho usato e consumato una decina di anni fa le “bikila”, ci camminavo e correvo, anche la classica “ora in pista” corsa amatoriale a squadre, ora con 10 anni in più (66 appena compiuti) vorrei ritornare, quel modello non esiste piu, magari ricominciare con un modello leggermente più protettivo … Tieni presente che ora da pensionato arzillo le mie preferenze potrebbero essere camminate anche impegnative per monti più che su strada, complimenti per il perfetto articolo

    1. Non saprei. Se è per una questione di igiene, vanno bene, sempre che tu abbia già una buona stabilità sulle caviglie per gli esercizi che fai

  3. Buongiorno. Vorrei avvicinarmi al mondo delle FiveFingers. Ho visto questa scarpa in un film ed ho poi letto la sua esperienza. Non corro e non faccio trekking ma mi alleno in palestra. Vorrei chiederle quale modello potrei acquistare per un uso quotidiano, cioè dall’andare a fare la spesa, fino ad andare in ufficio. Grazie.

    1. La cosa migliore è andare in un negozio fornito e provare diversi modelli (e soprattutto la taglia) perhè ognuno ha piedi e gusti differenti. Detto questo, io nella corrente stagione (fine primavera-estate) mi trovo bene con le V-RUN perchè sono molto leggere e fresche o con le HEMP per un’uscita un pochino più elegante

  4. Ciao, sono da sempre tentata da queste scarpe che sembrano scarpe per i piedi, in più penso che farebbero bene ai miei alluci valghi, quello che mi ha frenato è che per il problema della fascite plantare ( con spina calcaneare ) mi hanno sempre consigliato una suola spessa+ l’inserimento di un plantare rigido .
    Vista la tua esperienza mi consiglieresti di provarle comunque sperando che ” irrobustire ” il piede abbia un effetto positivo?
    Ti ringrazio se riuscirai a rispondermi , faccio escursioni in montagna e cammini ma pensavo di iniziare ad usarle in casa e poi pian piano fuori.
    Grazie e buon cammino
    Cristina

    1. Ciao Cristina. Consiglio sempre di attenersi ai pareri dei medici (se sono loro, come immagino, che ti consigliano). Sicuramente non le userei subito per andare fuori ma, magari, in casa, si. Ma cmq senti cosa ti dicono loro. L’ottimale è cominciare ad usarle con gradualità quando non si hanno problematiche ai piedi, allora si che si rafforzano. In caso contrario, potrebbe esserci il rischio di peggiorare la situazione.

  5. Grazie per lo stupendo articolo. Mi chiedevo come mai non fossero usate in arrampicata e la tua spiegazione è stata breve ma essenziale. Medito comunque l’acquisto di un paio di FF per provare la sensazione, comunque mi ispirano.

    1. Aggiungo, Nicoletta, che alcuni negozi le vendono per il post-arrampicata: dopo che il tuo piede è stato stretto e compresso, è un piacere camminare per un pò con le ff che ti permettono di ri-allargare pianta e dita del piede

  6. Ciao! io ho iniziato con le v-run, mi sono trovato subito bene anche perchè da maggio a settembre giro sempre in infradito e a casa sempre scalzo, anche nel prato. ho fatto qualche giro anche lunghetto, 20 km con 1000 m di ascesa, su tutti i terreni, devo dire che sullo scassato e pietraie sono impegnative sopratutto correndo in discesa, e sul tallone in breve si formano vesciche per lo sfregamento (le v-run non hanno quasi nulla di materiale morbido è tela pura e semplice, e inoltre ho una differenza di misura fra i due piedi e quindi in uno si muove di piu e quindi sfrega maggiormente ). per un uso intenso come quello descritto che modello consiglieresti?
    e come calzata? io ho preso un 40 ma noto nel piede piu corto che sopratutto in salita il piede tende a scivolare, anche in quanto la tela è cmq elastica e cede, quindi mi ritrovo con meta’ lunghezza delle dita fuori dalla sede.. forse il prossimo paio potrei prendere un numero in meno..

    grazie!

  7. Ciao! Complimenti per l’articolo. Ho letto che le usi anche per uscire con gli amici. Quindi le consiglieresti come scarpe per tutti i giorni?
    Grazie in anticipo.

      1. Ciao vorrei sapere come calzano?
        Io ho un 24.5 cm di piede normalmente porto il 38.
        Ho visto sul sito della vibram che dovrei prendermi un 40 per i cm dei miei piedi ma mi sembra troppo anche perché devono stare aderenti..
        Tu hai preso il tuo numero?
        Grazie

        1. Ti dico, ho diverse calzature a seconda del tipo di attività sportiva e per ognuna utilizzo un numero diverso al punto che non so nemmeno più qual è il mio 😀
          Cmq le five fingers vanno assolutamente provate di diverse misure prima di scegliere perchè devono calzare a pennello, come un guanto. Se sono troppo grandi il piede scivola, se sono piccole non distendi bene le dita.

  8. Bell articolo, interessante per chi come me e mio marito vorrebbe avvicinarsi a questo mondo, stufi delle classiche scarpe da trekking o corsa in montagna, pensate ultimamente piu per il marketing che per il loro reale utilizzo.

    1. Contentissimo che possa essere stato d’ispirazione. Mi raccomando, però, massima gradualità nell’utilizzo che ormai i nostri piedi non sono più abituati

  9. Ciao, e complimenti per l’articolo.
    Sono indecissisimo su cosa acquistare…
    Il mio utilizzo sarebbe “giornaliero” (tragitto casa-lavoro) e qualche camminata in montagna o in pianura… Punto a sistemare il piedi e la camminata, quindi sull’utilizzo nella normalità…Sono indeciso se optare sulle FF (ma non so quale modello) o sulle nuove furoshiki… Per caso le hai provate?

    1. Ciao Christian. Non ho ancora provato le Furoshiki ma, dalla suola, non mi sembra affatto un modello da montagna. In realtà, non avendo le dita separate, non mi sembrano nemmeno five fingers…

  10. Ciao! Volevo comprare un paio di fivefingers… per camminari tutti i giorni e abituarmi a questo tipo di scarpe…e gradatamente magari fare un po di corsetta… le utilizzerei anche per far passeggiate in montagna di brevi tratti… mi consigli di prender le v run e le v trail oppure esiste un modello misto? avevo visto le trek ascent… però non so se posso usarle nel caso in entrambi i terreni. Grazie mille

  11. Ciao Agostino, sono un operatore steadicam nel mondo dello spettacolo.
    Pensavo di acquistare delle FF da usare a lavoro per avere più percezione e più equilibrio mentre opero.
    Il problema è che ciò consiste nell’avere addosso, per svariate ore al giorno, circa 30 kg addosso. Tu hai mai avuto esperienze simili, tipo lunghe camminate con pesanti zaini addosso, e se si, come il tuo corpo ha reagito ad esse. Mi preoccupa sul lungo andare per piedi e schiena utilizzarle con tanto peso addosso

    1. Ciao Andrea. Io in molte occasioni vado in montagna con le ff e lo zaino e capisco la tua esigenza ma con tutti quei chili addosso non mi sento proprio di consigliarti di usarle e io non lo farei al posto tuo. In ogni caso: gradualità. Prendile cmq e comincia con camminate brevi, facili e senza pesi. Poi eventualmente rendile più impegnative ma non andare mai di fretta nell’aumentare la difficoltà: solo tu ed il tuo corpo saprete capire dov’è il limite.

  12. Ciao Agostino,
    Ti ringrazio per il tuo racconto personale su questo tipo di scarpa, è fantastico! Questo è la risposta per l aquisto nuovo di scarpe che mi frulla già da un po dentro di me.

  13. ho iniziato a correre non dico barefoot ma con delle scarpe con drop zero….da un anno ho una tendinite al tendine d’achille non riesco più a farla passare, cosa consigliate?

  14. Ciao sto valutando acquisto del mio primo modello. L’uso che voglio farne è quello di abituare il piede e renderlo piu’ forte per poi progressivamente ed a medio termine iniziare a fare qualche corsetta. Che modello da “passeggio” mi consiglieresti? Ciao grazie Mario

    1. Ciao Mario. Visto che siamo in autunno ti consiglierei le trek ascent insulated. Sono un pochino meno flessibili di altri modelli ma ti terranno il piede un pochino più caldo e saranno un’ottima transizione. Mi raccomando: gradualità nell’utilizzo

  15. ciao Agostino, piacere di conoscerti. Mi chiamo Jacopo Barone, ti scrivo per via di un consiglio a proposito di calzature Five Fingers. sono anni che le uso per qualsiasi situazione (camminata, corsa su terreno misto, fitness indoor, performance musicali, etc…) come puoi capire, ho abbattuto il problema imbarazzo, la comodità é troppa a mio avviso…. rimane solo un nodo critico…. la PIOGGIA….. c’è un modello che mi consigli in giornate di piogge insistenti, magari a cui fare un trattamen

    1. Ciao Jacopo. Ho diversi modelli di five fingers e nessuno di questi è impermeabile. D’altronde nascono per essere scarpe minimaliste e per avvicinarsi al camminare scalzo. Di inverno uso le trek ascent insulated che sono leggermente imbottite e un pochino più “calde” ma resistono poco alla pioggia.

  16. Ciao, vorrei farti due domande:
    1) normalmente necessitano di calze?
    2)dopo la tua esperienza, pensi ancora che non siano adatte al Cammino (mi sto accingendo a rifare la prima parte da sjpdp a Burgos)?
    Grazie

    1. Ciao. Io le calze le metterei a meno che tu non debba fare pochi chilometri o tenerle comunque poco tempo.
      Per usare le FF sulle tappe di un cammino come Santiago devi avere fatto tanta tanta tanta pratica, rafforzato la pianta del piede, avere una caviglia ben salda e un ottimo equilibrio. Oppure portale come scarpe per il defaticamento alla fine della tappa inserendole di tanto in tanto anche durante la camminata.

      1. Confermo. Le kso evo (sottilissima) indoor è molto comoda. Ma va comunque calzata con gradualità e prestando attenzione a “cosa dice il tuo piede”. E usare le (apposite) calze mi aiuta a ridurre l’attrito quando infilo le dita

      2. Ciao Agostino, ti scrivo dandoti del tu perché leggendo l’articolo è come se avessi descritto il mio percorso come le FF. Iniziai pure io con le Spiridon, e nel tempo continuo a comperare modelli “nuovi”, nonostante il concetto di base: mobilità della tibio-tarsica, della metatarso-falangea, leggerezza, miglior propriocezione e propulsione rappresenti il mantra dell FF. Dare sostegno al piede rappresenta un errore grossolano, perché così facendo si spegne l’attivazione della muscolatura intrinseca, così come aumentare il drop comporta alterazione posturali importanti. Comprendo e accetto il sostegno sull arco mediale, o i vari rialzi quando ci troviamo di fronte a persone con gravi handicap o molto in avanti con l’età. Le pubblicazioni scientifiche su PubMed confermano la positività sull utilizzo di queste “calzature”. Condivido pienamente ogni tua risposta ai vari “colleghi FF”
        Grazie del bell’articolo, il prossimo passo Agostino farne uno sull camminare a piedi nudi. Ciao Ivan

        1. Ciao Ivan, non posso che essere completamente d’accordo con te. E per quanto riguarda camminare a piedi nudi, beh, lo faccio appena posso e ho approfondito la tematica leggendo molti libri e confrontandomi direttamente con Andrea Bianchi che è un pò il mio riferimento in materia. Ho sempre un pò timore, però, a parlarne perchè tutte queste cose vanno fatte con gradualità, ascoltando il proprio corpo, e purtroppo siamo nell’era del tutto e subito dove ci si butta a capofitto senza preparazione e se funziona immediatamente, bene, altrimenti si passa ad un’altra “moda”.

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