Era un pò di tempo che le mie amiche, Elisa e Monia, mi chiedevano di andare a farci un giro sulla Transiberiana d’Italia nel periodo dei Mercatini di Natale, un viaggio su un treno storico su quella che viene definita la ferrovia più panoramica d’Italia, così chiamata perché si snoda tra alcuni dei paesaggi naturali più belli dell’Abruzzo, scorci che, durante la stagione invernale, si tingono di bianco ricordando i tipici paesaggi della Siberia.
Vi racconto com’è andata e do anche qualche piccolo consiglio per godersela al meglio.
Innanzitutto, se volete andare nel periodo dei Mercatini di Natale il sabato o i giorni festivi, dovete prenotare con largo anticipo. Nel nostro caso, Elisa si era attivata già dal 14 Novembre, giorno di apertura delle prenotazioni, per assicurarci il posto per i Mercatini di Natale di un sabato di Dicembre. Il sito Internet è questo. Consiglio di prenotare i sedili sulla sinistra del treno, per godersi meglio il panorama.
Abbiamo preso il secondo treno delle 10.30 per evitarci un’alzataccia, però questo va a discapito delle ore di luce a disposizione, tenetene conto.
Si parcheggia comodamente in un piazzale a pochissimi metri dalla stazione di Sulmona, ci si registra e si entra nel treno. L’atmosfera è già veramente magica, con queste carrozze degli anni ’30 perfettamente restaurate, dove si aprono le porte direttamente dal tuo scompartimento, con i sedili di legno, nudi, senza alcuna imbottitura, ma perfettamente levigati e sagomati per farti sentire comodo e riscaldati (!!) al punto tale che si soffre persino il caldo nel vagone.
Il personale del treno e i volontari dell’Associazione Le Rotaie passano continuamente per dare indicazioni vagone per vagone visto che, chiaramente, non ci sono gli altoparlanti.
Passiamo su un tratto di ferrovia ormai dismesso da anni che ci regala viste strepitose sulla Valle Peligna, Pettorano sul Gizio, la Maiella. Dopo circa un’ora arriviamo a Campo di Giove e troviamo ad accoglierci una banda di Babbo Natale che intonano le note di Jingle Bells e ci accompagnano nel centro del paese dove troviamo i Mercatini ospitati in deliziose strutture di legno. Ci si trovano soprattutto prodotti locali mangerecci della terra abruzzese ma, purtroppo, poco artigianato.
Visto che la giornata è splendida, per davvero, e che il giorno prima ha persino nevicato, decido di farmi una passeggiata sul sentiero che dal centro porta fin su al Monte Amaro. Le mie dolci amiche mi rimbrottano un pò, perchè sarebbero volute venire anche loro ma io, pensando che preferissero vagare per i chioschetti, non gli avevo detto che mi sarei portato l’attrezzatura da trekking. Da una parte però questa cosa mi fa felice: si vede che sono proprio amiche mie 🙂
Avevo a disposizione solo un paio d’ore e quindi mi sono regolato di conseguenza arrivando solo alle pendici del massiccio della Maiella dove il Monte Amaro, seconda cima degli Appennini, si staglia imponente. Ho trovato la neve quasi subito, fresca, immacolata, con tracce recenti di volpi. Il cielo era completamente sgombro, terso al punto di lasciar andare lo sguardo per decine di chilometri. Se i Mercatini non sono la vostra massima aspirazione, fatevi una passeggiata lì intorno, che ne vale la pena.
Una volta tornato faccio ancora in tempo a prendermi una zuppa di legumi e un caffè e tutti insieme torniamo al treno di nuovo preceduti dalla banda musicale.
Arrivati a Roccaraso decidiamo di partecipare alla visita guidata del paese (prenotata alla Stazione di Sulmona e pagata a parte – 5 euro). Un volontario ci fà una bella introduzione alla storia di questo tratto di ferrovia facendoci notare dettagli interessanti delle foto appese in stazione. Poi siamo affidati ad una signora spagnola (lo si capisce solo dalla erre sempre doppia e arrotata) che vive lì da vent’anni e che comincia col raccontarci la storia di questi luoghi dai tempi dei Romani, passando per la seconda guerra mondiale (in cui Roccaraso fu al centro di alcune delle più feroci vicende della Linea Gustav), fino ad arrivare ai tempi nostri: veramente un bell’excursus che ci dà un’idea della rilevanza di questa cittadina che ricordavo solo come rinomata stazione sciistica.
Successivamente ci fa visitare qualche chiesa che, onestamente, non mi dice granchè e si sforza, con grande professionalità, a trovare dei legami con personaggi e santi del passato raccontando delle storie che ci possano suggestionare. Alla fine passiamo per una mostra con belle foto della Roccaraso del passato.
Quando finiamo con la visita è già buio pesto e si sente una forte umidità. Facciamo un rapidissimo giro ai Mercatini che, comunque, sono di quantità e qualità inferiore a quelli di Campo Giove. Con Monia e Elisa concordiamo che abbiamo fatto bene a fare la visita guidata, che il giro dei chioschetti ci avrebbe lasciato troppo tempo libero che non avremmo saputo come utilizzare.
Ci prendiamo una cioccolata in un bar della piazza (meglio sempre chiedere prima i prezzi, in certi casi ci hanno riferito che sono alti) e ce ne torniamo al treno che troviamo già ripopolato: evidentemente molte persone che non hanno fatto la visita hanno preferito tornare prima al calduccio visto il freddo e il buio.
Torniamo, come da programma, per le 20 a Sulmona.
Quella dei Mercatini di Natale non è comunque l’unica esperienza che viene offerta a bordo di questo treno storico. Ed è possibile persino pensare ad un weekend partendo da Roma, rimanendo a dormire a Sulmona per poi proseguire il giorno successivo con il tratto verso Roccaraso e ulteriori fermate intermedie.
In conclusione, è stata una bella esperienza. Il prezzo del biglietto potrebbe sembrare caro (40 euro) ma bisogna considerare tutto il lavoro che c’è dietro per poter far viaggiare un treno del 1936 su una linea dismessa e l’opera di tante persone che, con amore, si dedicano a questo progetto. Il borgo di Campo di Giove merita senz’altro una visita e un applauso per come ci ha accolti. A Roccaraso, vista la sua importanza come centro di sport invernali, ci saremmo aspettati almeno di trovare un Mercatino di Natale un pochino più ricco.
2 risposte
Bellissimo. Grazie di averlo condiviso
(ophs, non avevo notato che aveva ‘preso’ il primo commento)
Wow, bellissimo